Saturday, October 08, 2005

Malina: Isabelle Huppert tra le fiamme dell’Antigona di Traetta

di Gianfranco Spada
Tratto da un romanzo autobiografico dell'austriaca Ingeborg Bachmann del 1971, il film Malina (1991) del regista Werner Schroeter con la sceneggiatura di Elfriede Jelinek, propone le vicende, in una sorta di enigma psicologico, di una scrittrice succube di Malina, un marito esageratamente razionale, che trova nell'amante la fiammata del desiderio, la scossa del piacere, la fuga esistenziale, uno struggente amore appassionato che diventa inesorabilmente deludente e angoscioso.
L’attrice Isabelle Huppert, impersona nel film una scrittrice che combatte con la propria frenetica scrittura, che riempie fittizie lettere mai inviate, tra terribili incubi popolati dalla figura incestuosa del padre in un continuo accendere e spegnere di sigarette. L'appartamento viennese dove lei e Malina vivono è abitato dal fuoco come da una profezia di morte, candele e fiammiferi accesi, roghi domestici, carte brucianti, fornelli, macchine per scrivere e telefoni fiammeggianti, un fuoco reale, metafora di un fuoco passionale, che brucia e consuma la tragedia della vita.
Tragedia ispirata dalle circostanze della morte della stessa scrittrice del romanzo, Ingeborg Bachmann, che nel 1973 morì bruciata viva in un incendio provocato dall’addormentarsi nel letto con una sigaretta accesa.
Nel film la Huppert è magnifica, espressione infinitamente mutevole, modo perfetto d'esprimere l'inquietudine irrefrenabile, intensità nervosa sempre al limite dell'esplosione: parla, grida ride, piange, soffre, e si muove con una disinvoltura dalla stravagante tragicità, che sfocia nel sublime e nel grottesco.
Werner Schroeter, il regista austriaco di "Nel regno di Napoli", "Maria Malibran", "Concilii d'amore" e di famose numerose messe in scena operistiche é un amante del melodramma, e della figura di Traetta.
Il suo interesse per il compositore si evidenzia già nel 1988, nel Festival dei Due Mondi di Spoleto, dove dirige la messa in scena di Antigona, con la presenza della soprano greca Jenny Drivala che riappare poi, nel film Malina, come figura eterea, un personaggio immateriale che canta ripetutamente, quasi ossessivamente l’aria “Non piangete i casi miei” della stessa Antigona.
L’universo cinematografico di Schroeter é allo stesso tempo ieratico e torturato, i personaggi principali dei suoi largometraggi sono spesso donne fragili che non riescono a conformarsi con le convenzioni della società e per questo s'incontra perfettamente a suo agio con quello folle della Bachmann, che conosceva profondamente.
La Huppert é senza dubbio l’attrice ideale per questo personaggio, un'intellettuale intelligente, dotata di una grande fragilità, spirito, sensibilità e straordinaria espressività e come lo stesso Schroeter un gran amore per la opera; passione che il prossimo giugno materializzerà nell'Opéra Garnier di Parigi, con il suo primo incarico nella direzione, della messa in scena dell'Ifigenia in Tauride di Gluck che con Traetta condivide la “riforma del melodramma.”

Con la sceneggiatura di Elfriede Jelinek, premio Nobel nel 2004, e autrice anche del romanzo “La Pianista” che la stessa Isabelle Huppert interpreta nel film omonimo di grande successo, Malina rappresenta sicuramente uno dei più riusciti film sulla vita di una scrittrice.
La musica di Traetta, che Schroeter potrebbe aver scoperto da studente di psicologia in Mannheim, dove lo stesso Traetta visse e operò, risulta un complemento perfetto per esprimere la tragedia, la passione, la disperazione che traspira dal romanzo della Bachmann, e la visione operistica del cinema di Schroeter.

Gianfranco Spada, Traetta.com


"Non piangete i casi miei,
non v'affanni il mio tormento,
quest’è l'unico momento
della mia felicità.
Fur sì barbari gli dei,
fu sì avversa a me la sorte
che riguardo la mia morte
come un segno di pietà
."
da Antigona



Malina
1991, 115’ min.
Regia
Werner Schroeter
Produzione
Kuchenreuther filmproduktion gmbh e zdf( zweites deutsches fernsehen) (germania), neue studio film [austria]
Attori
Isabelle Huppert, protagonista
Mathieu Carriere, Malina
Can Togay, Ivan
Isolde Barth, madre
Fritz Schediwy, padre
Soggetto
Ingeborg bachmann
Sceneggiatura
Elfriede Jelinek
Fotografia
Elfi Mikesch
Musiche
Giacomo Manzoni
Montaggio
Juliane Lorenz
Scenografia e costumi
Alberte Barsacq